Climax-19, Cyber-orgasmi in epoca di pandemia globale

Climax-19

Cyber-orgasmi in epoca di pandemia globale

Attraversi ogni giorno le stanze dell’appartamento come un apatico Dioniso, fedele alle tue ideali routine, facendo forza su un self-control costruito anche grazie alle proprie sempre più ferventi fantasie. Ma è proprio nell’apatia della sua reclusione a Charenton, che Sade riuscì a rinnovare senza tregua un desiderio mai soddisfatto.

Le quotidiane immagini di nudi che giungono producono un sovraccarico di stimolazione estetica in quel diluvio anestetico di vacuità che è il panorama visivo alimentato dalla rete, con la sola differenza che in questo momento si è soli, isolati al quinto piano, a guardare, e non poter toccare.

Sono misure straordinarie, per arginare il virus, ma se questa esperienza fosse in realtà già un presente radicatosi attraverso la crescente interazione tra tecnologia e corpo, un momento che vede contrapposta alla nostra fisicità un’altra sempre più virtuale, rappresentando una possibile proiezione delle future relazioni?

Dopo Valentino l’untore  e il Covid 19, la principale paura futura sarà infettarsi.

Quale modo migliore per evitarla se non quella del rapporto sessuale a distanza attraverso la tecnologia?

Valentino Talluto

Se l’infinita variabilità della sublimazione erotica del sesso, delle fantasie e dei surrogati sessuali nella società postmoderna diventa forza di mercato e di integrazione sociale, in una condizione di distanziamento fisico che ci porta sempre più ad interagire informaticamente, l’istinto diventa infatti quello di emanciparsi dai vincoli imposti sul piano biologico, con l’obiettivo di “rompere lo schermo”.

La smaterializzazione delle relazioni in una dimensione informatica rende così possibile riprogrammare la propria intimità, superando i limiti del corpo con il potenziamento cibernetico, per esplorare un’ibridazione tra carne e protesi esterne.

La letteratura di feticisti del circuito carnale si è alimentata di queste fantasie cyberpunk per proporre futuristici scenari pornografici, dove “ingegneri della carne” del domani sono in grado di fabbricare sensori e membrane che simulano la pelle umana, che possono essere incorporati ai genitali o che possono essere adoperati come medium per la digitalizzazione dei sex-data e la loro successiva sincronizzazione a video, audio o simulazioni computerizzate in accoppiamento con meccanismi di playback tattile. Questo è quanto si legge sfogliando la issue  2 di “Future Sex, magazine pornografico inaugurato nei primi anni ’90 a San Francisco, che pone al centro del proprio immaginario gli aspetti della sessualità legati alla tecnofilia, al cybersex, alla modificazione corporea ed alla liberazione sessuale di tutti i tabù – dal bondage, al fetish, alla teledildonica.

Pagine estratte da “Future Sex”, issue 2, 1992. Viene mostrato il progetto speculativo Cybersex Duo System (CSEX 2 System), ideato dal software designer Mike Saenz

La coniazione di quest’ultimo termine si deve al pioniere dell’Information Technology, Ted Nelson, che nel 1975 utilizzò il concetto di teledildonica per descrivere dispositivi wearable che consentivano la traduzione di input remoti in output meccanici sul corpo della persona che li indossava, provocando bio-feedback che restituivano la sensazione di essere sessualmente stimolati a distanza.

Come spesso accade, la realtà tende a modellarsi più o meno inconsapevolmente sulle ipotesi sci-fi, per elevarle dall’essere mere speculazioni ed integrarle in una quotidianità come quella di oggi, bloccata dalla pandemia ma in pressante desiderio di riscatto dalla frustrazione erotica.

Possiamo solo ipotizzare il numero di cyber-orgasmi che fluiscono nei circuiti della rete per compensare la latenza di scambi di fluidi corporei durante questi giorni. Ma se volessimo quantificarlo, potremmo risalire all’impatto che il covid-19 ha avuto nell’industria dei sex toys. Parliamo di cifre significative: passiamo dall’aumento delle vendite di giocattoli erotici che nel solo mese di marzo ha fatto registrare un +124% in Italia  ed addirittura un +300% in Spagna, al picco di vendite in Norvegia e Danimarca rispettivamente del 121% e del 110%, registrato nella prima settimana di aprile. In particolare, si registra un incremento proprio nella vendita di teledildonica, che nel frattempo si è affermata come settore emergente che rende possibile quanto profetizzato dalle fantasie cyber-erotiche. La masturbazione è quindi non solo facilitata, ma ricercata in modalità remota dai corpi segregati nelle proprie stanze che bramano un contatto fisico con l’altro. Le reminiscenze adolescenziali di petting estremo possono quindi trovare un corrispettivo tecnologicamente avanzato nello scorporamento dell’esperienza sensuale in una dimensione teleaptica. I giocattoli teledildonici diventano infatti interfacce tra organo genitale, macchina e cyberspazio: sono dispositivi wireless complementari per lui e per lei che interagiscono via wi-fi o bluetooth, per registrare il comando inviato da uno dei due utenti e sincronizzarsi in un mutuo scambio di dati e di stimoli bagnati.

Se lui deciderà di voler spingere più forte, lei sentirà il suo teledildo muoversi in accordo, ristabilendo un’unità psico-fisica tecnologicamente mediata.

KIIRO è una società tecnologica con sede ad Amsterdam che sviluppa progetti di teledildonica a supporto delle relazioni a distanza

Contro l’ozio della solitudine, si può sincronizzare il dispositivo ad una riproduzione musicale o video prescelta e lasciare che sia il ritmo del tipo di media scelto a guidare l’interazione, per goderne in un completo abbandono sensoriale.

Per assecondare fantasie più promiscue, è invece possibile connettere il toy ad un account che raccoglie i tocchi provenienti da più utenti connessi alla stanza virtuale. È una modalità, questa, che le camgirls in particolare hanno sdoganato nel mercato del porno online live, dove è possibile sfiorarle in vario modo: ad ogni tip-punteggio inviato dagli utenti viene associata un’intensità di vibrazione programmata che attiva il toy della performer.

Lovense è uno dei leader di sex toy teledildonici con sede a Hong Kong. Il vibratore wireless Lush è tra i più utilizzati dalle camgirls e la sua conformazione permette una stimolazione diretta del punto G. Nel 2019 l’azienda ha anche lanciato la prima “orgia teledildonica”

Questi strumenti possono quindi alimentare le relazioni a distanza, solleticare le fantasie di chi è in solitudine, o trasformare le notti di sesso occasionale in esperienze prive di conseguenze emotive o di ansie da prestazione.

Dirette live del nostro corpo che interagisce con partner attraverso il Web, dispositivi wireless sempre più estensione fisica di noi stessi, dimensione virtuale sempre più luogo d’espressione di quella on/scenity che riproduce i nostri più indicibili desideri.

Messo a lavoro da casa per produrre in rete, il corpo è esposto a continue stimolazioni dalla pornosfera, accentuandone il suo isolamento da una presenza fisica. A conferma che ad un desiderio continuamente inappagato per godere non resta che il crimine, fa riflettere l’approppriazione in chiave NSFW di Zoom, una delle app di videoconferenza più usate, che ha visto crescere i suoi utenti da 10 milioni a 200 milioni in tre mesi da quando la gioventù dell’era Covid 19 la utilizza per dei Couples’ Playdate ovvero orge virtuali basate su una mutual appreciation jerk-off society, violando le politiche della app che vieta categoricamente contenuti osceni e violenti.

Ciò si è esteso anche nell’industria del porno: il regista Alexander Sartre ha diretto ‘un’ orgia lesbica a distanza sociale’ intitolata Quarantine Lesbian Circle Jerk e si tratta di uno dei  primi film per adulti interamente girato in videoconferenza

La Wasteland, casa di produzione in ambito BDSM, ha lanciato una solo scene dal titolo Sex Addiction in the Viral Age (A Coronavirus Story)  diretta da Colin Rowntree, storia di una epidemiologa che lavora per combattere il virus ma al tempo stesso combatte anche le sue ansie da dipendenza sessuale.

Locandina del film Sex Addiction in the Viral Age

Un sex appeal inorganico come un tramite elettronico tra i corpi attraverso nuove protesi, oggetti ossimorici e paradossali, una transizione dalla «sfera della congiunzione alla sfera della connessione».

L’hyper sesso con il covid-19 diventa realtà ed oggi più che mai, durante una pandemia globale che impone un lockdown fisico, può aiutarci ad espandere il nostro limite corporeo per sostituire l’obsoleto sexting a nuove frontiere della liberazione se(n)ssuale.

Diremmo, in virtù dello scenario che si prospetta everybody has to cam to live.

Noi aggiungiamo everybody has to cum to live.

Bibliografia:
Zygmunt Bauman, Gli usi postmoderni del sesso, Il Mulino, 2013
Cathrine Kramer (a cura di), catalogo della mostra “Human+. Il futuro della nostra specie”, Edizioni Palazzo delle Esposizioni, 2018
Franco Bifo Berardi, Futurabilità, Nero, 2018.
Sitografia:
https://www.ilmessaggero.it/mind_the_gap/roma_denuncio_per_prima_l_untore_di_hiv_talluto_scoprii_di_essere_la_punta_di_un_iceberg-4883661.html
https://archive.org/details/Future.Sex.Issue.02/page/n29/mode/2up
https://it.sputniknews.com/mondo/202004108954902-scandinavia-vede-raddoppiare-le-vendite-di-sex-toys-durante-la-pandemia-del-covid-19/
https://www.dazeddigital.com/science-tech/article/48840/1/zoom-is-cracking-down-on-virtual-sex-parties-with-artificial-intelligence
https://www.xbiz.com/news/251214/ivy-wolfe-hosts-social-distancing-lesbian-orgy-via-videoconference-app
https://www.adultempire.com/2801342/sex-addiction-in-the-viral-age-porn-videos.html
 

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