Damien Marksson: digitalismo lo-fi organico e barocco

Intervista all’artista dell’Isola di Man e analisi della sua arte sonora

Damien Marksson è un’artista elettronico, proveniente dall’Isola di Man, che gioca con plasticità MIDI e sampling music in maniera elastica e insolitamente originale. La sua musica innalza in maniera controcorrente nell’arte dei suoni il concetto del brutto come contemplazione nell’ascolto, ostentando un suono lo-fi inerente alla cultura pop e all’avanguardia, che si serve non più di rudimentali strumentazioni o associabili tecnologie di registrazione, similmente a Velvet Underground o Daniel Johnston, ma sfruttando il potenziale digitale di internet, di un computer e di programmi in free download o economici. Inoltre, là dove la musica di Marksson risulterebbe apparentemente confusionaria e inconcludente, vi sono spunti per idee strutturali e complesse, e una visuale uditiva di arte povera, pop art, matematica e surrealismo. Arcanum Amarna Late At Night, pubblicato dall’etichetta italiana Pampsychia quest’anno (2021), realizza quest’idea attraverso un artigianato artefatto, organicamente spontaneo, e giocato su un ritmo barocco (in senso lato). La sostanza primordiale del disco, in formato CD, è timbrica MIDI e arte dell’editing; i due aspetti si combinano esattamente come un gioco materico tra testimonianza del reale dei campioni (catturati digitalmente) e elettronica, dalla origine più eterea. Tale scelta del timbro MIDI offre sicuramente una struttura quantizzata all’ascolto, caratterizzandolo all’insegna del contrasto tra diverse qualità sonore. Le linee melodiche e ritmiche si auto-contrastano in maniera disarmonica in cui un pop più propriamente barocco, quasi altisonante, e che attinge dal Romanticismo (in maniera scomposta), si combina con complessità hip hop (più esplicativa da questo punto di vista è Euclid’s Ninth Spay Can), susseguendosi per istanze nette. Arcanum Amarna Late At Night risulta inoltre uno dei lavori più organici di Marksson, più meditato, elastico, elegante nell’idea concettuale dei pezzi. Un suono break e elettronico eterodosso in maniera avanguardista.

Tra le varie influenze, l’estetica di Damien Marksson ha origine in maniera più o meno inconscia dal funk o jazz elettronico, folgorandosi da turbini lisergici di derivazione africanista. Damien infatti, nella nostra interazione verbale, accenna al fatto di aver cominciato a creare musica ispirato dal Miles Davis elettronico, e in particolar modo dall’ascolto di On The Corner, per poi approdare negli ascolti in lidi più legati alla techno eterogenea e progressiva di Aphex Twin e Venetian Snares. Un percorso confluito successivamente in una manipolazione per lo più digitale dilatata, ironica, giocosa, e soprattutto lo-fi nel processo di produzione.

Oltre ad Arcanum Amarna Late At Night, la gran maggiormante dei lavori di Marksson è stata prodotta per la GWB ©orpo®ation Nation, l’etichetta con cui Marksson ha uno stretto legame collaborativo. Infatti il suo contributo (utilizzando nei crediti moniker diversi) compare in quasi tutto il catalogo, o in quanto autore di linee di basso o come produttore. A nome suo ha pubblicato fino ad oggi sette album: Excalibur del 23 Giugno 2017, e METALZ del 7 Marzo 2018, e una serie quasi in blocco uscita più recentemente, ovvero Careless Iconoclasm il 28 Ottobre 2021, Brothers Of The Pipe, Early Works Vol.1 (quest’ultima comprende una parte di lavori del passato, precedentemente mai pubblicati), Monotone Ominous: Oblivious Obsessions and the Rest, tutti e tre del 29 Ottobre 2021, e CRTM del 4 Novembre 2021.

Il primo album di questa serie è Careless Iconoclasm, caratterizzato da un’ambient astrattista e poliedrica; se la traccia intitolata Sentiment Artifact è permeata da richiami inconsci alla natura, Blues Eulogy rimanda ad un suono più antropizzato, ovvero un blues storto e primitivo dei rimandi.

Brothers Of The Pipe è maggiormente all’insegna di un sonorità caustiche, in particolar modo per la psichedelia aliena, piacevolmente viscerale e sarcastica, e per gli invasivi picchi di volume; Misplaced Laughter e Splendid Easter Egg Surprise realizzano al meglio questo concetto, tra un ambient eterodosso, sarcastico, oltre-umano e centrifugo, con picchi di volume che potrebbero provocare un conseguente acufene.

In Early Works Vol. 1 compaiono gli esordi creativi di Marsson, dove esecuzioni di strumenti (a corde o synth), e con il contributo del sassofonista Larry Malevolent in Magicans, realizzano un’idea di musica naïf e ingenua in divenire, che raggiungerà maggiore maturità nei lavori successivi.

Monotone Ominous: Oblivious Obsessions and the Rest è sicuramente il picco di Marksson, dove sorpresa e composizione dilata generano una reazione biologicamente complessa molto simile alla fermentazione, mettendo anche in risalto, in senso lisergico, sonorità elettroniche urbane in senso obliquo e complessamente matematico.

La combinazione di sampling e musica originale continua in CRTM, in modo definitavemente più organico rispetto i primi vagiti discografici. Un rappresentante caratteristico dell’album è sicuramente … And the Hound, dove diversi pezzi, alcuni più noti, emergono e scompaiono a turno, a più riprese e in forma sempre diversa e oltraggiata, attraverso un campionamento massiccio e barocco (in senso lato).

In merito al suo nuovo materiale, Marksson ha affermato: “Spero che presto alcune di queste release usciranno in formato fisico. Ho prodotto molta musica ed penso che, in fin dei conti, sia destinata a quei pochi che l’ascolteranno adesso o nel prossimo futuro. Sono sicuro che il mio materiale merita di essere ascoltato almeno una volta, per il momento.”

Di seguito l’intervista a Damien Marksson sul suo percorso artistico di Arcanum Amarna Late At Night e degli scorsi anni. 

Cominciamo a parlare del tuo ultimo lavoro, ovvero Arcanum Amarna Late At Night, pubblicato per la label italiana Pampsychia il 20 Aprile del 2021. Come è nato il suo concept, e come si sviluppa la sua forma lisergica e plastica all’insegna del sampling? Inoltre, puoi parlarci della strumentazione usata? Con quale criterio sono stati selezionati i sample?

Parlando di Arcanum Amarna Late At Night, penso che si potrebbe dire che la musica e il concept emergono nello stesso momento. Ho passato una notte con alcuni dei miei amici con cui sono molto legato a Montreal, in Canada, e ho scoperto per caso una copia del “Fake Book”, un libro di standard del jazz con gli associati accordi e melodie. In questo libro ho trovato una ballad di Coltrane con alcuni accordi complessi, almeno dal mio punto di vista. In quel momento ebbi un po’ di difficoltà con quegli accordi e su come utilizzarli. Ad esempio, mentre i miei altri amici lasciavano la stanza in cui alloggiavamo per mangiare, io ero tutto preso con il mio Fake Book e con la tastiera MIDI che si trovava con me. Decisi di imparare a suonare gli accordi di questa interessante ballad che avevo appena scoperto. Dal momento che non sono mai stato un pianista/tasierista performativo, ho deciso di focalizzarmi sulle sole note che si trovano su una sola ottava. In sostanza, ho imarato a suonare gli accordi entrando in sintonia con quella parte della tastiera. Cominciai con lenti progressi, e alla fine imparai come suonare questa sequenza di accordi molto velocemente.

All’inizio notai che spesso accordi consecutivi condividevano almeno metà delle stesse note. Questo  mi diede molte idee in poco tempo nel sviluppare il mio apporto musicale, tant’è che mi ricordo di quel breve e intenso momento creativo come se fosse ieri, anche se, per diverse ragioni, non posso ricoradere il titolo del pezzo di Coltrane, né come si suona. 

Il primo brano che ho creato non molto tardi è l’apertura di Arcanum Amarna Late At Night: Vlad Input’s Hexagonal Desires. L’idea è stata prendere questi accordi di tipo coltraniano, be-bop, post-bop, pre-free, o dell’Età Romantica, e costruire, insieme ad essi come base armonica, qualcosa di simile all’elettronica ambient. Di contrasto il risultato finale non rimandava né all’elettronica ordinaria, né all’ambient, ma non rimasi per nulla insoddisfatto di quello che avevo prodotto. Più emblematicamente trovai la musica arcana, datata, e allo stesso tempo iper-futuristica. Sentivo di aver scoperto il mio nuovo pianeta sonoro. Le altre registrazioni furono realizzate nel giro di un anno, successivamente messe insieme gradualmente in uno o due anni, e alla fine il tutto fu missato e completato.

C’è in sostanza della sampling music, tuttavia solo il 98% del disco sono sample creati da me. Un solo sample è stato estratto da altre registrazioni più professionali ed è una traccia di batteria di una band thrash metal; è stata magistralmente editata e messo in risalto il suo pieno potenziale. Il resto sono tracce MIDI o mie registrazioni. 

La struttura dei vari pezzi è prodotta organicamente nel momento in cui ho composto e registrato i suoni. Un po’ di tutto è stato realizzato. Molto spesso composto a mano su carta, trascrivendo il tutto su MIDI, e poi ho registrato sopra alcune take di vari strumenti. Ogni traccia è stata pesantemente editata, tranne per due composizioni interamente MIDI. Le registrazioni sono state montate lentamente nel corso del tempo, con vari ripensamenti di eventuali aggiunte estratte da altre sessioni. Mi concedevo piena libertà con i file audio che accumulavo. Attraverso articolate strutture che guardano ad astrazioni matematiche, studio di frattali, oppure estemporanee improvvisazioni,  avevo un approccio ben consapevole alla musica, in modo da usare quasi tutto quello che avevo a mia disposizione.

Il suono di Arcanum Amarna Late At Night fluisce attraverso un contesto pop in modo psichedelico. Le linee sintetiche richiamano sonorità easy listening con un’attitudine verso la sperimentazione con un’astrattismo simile alla library music (“easy listening” non significa necessariamente qualcosa di attinente con lo spettro della musica commerciale, ma si intende lo specifico genere musicale sviluppato nel Dopoguerra, e che è destinato alle colonne sonore di pubblicità al cinema o in TV, o come sottofondo nei negozi. Il suo suono è consonante, puro, mai smaliziato, e in uno stile che rimonda alla classe media-alta). Ci sono anche degli elementi patinati, che fanno parte di un immaginario popolare/hip hop (la traccia A Walk With Nasta fa il suo buon lavoro in quel modo), o illuminati da un irradiamento policromato, simile all’immagine presente in copertina (due principali esempi sono la suite naïf Frolic In Dark Green e il corso sonoro dinamico Shockwave Yellow, Walk On). La musica è una fuga arlecchinesca, con un modo di lavorare lo-fi e rudimentale, che associa break music con suoni digitali. Potrei chiederti come nasce questo collegamento, e in riferimento al discorso che ho fatto, quanto ti senti parte del movimento breakcore?

In realtà non conosco il genere breakcore. […]

Penso che elementi noise o astratti vengono fuori di più dall’arte e il mondo della letteratura. Il concetto di decostruzione viene da Derrida. La tecnica di cut-up è di William Burroughs, anche se in questo caso, viene applicata alla musica. Cubismo, astrazione… Sì, diciamo che ogni volta che scompongo una registrazione lo faccio in un certo senso con quell’intento; un intento a trasporre quei pezzi in un altro tipo di musica, o a creare percorsi del tutto nuovi. Niente è realmente distrutto. La musica è una registrazione. E io porto quelle registrazioni a nuove possibilità.

Il suono è in un certo senso ridicolo, in senso propriamente detto. Speravo di contrastare questa sensazione di ridicolezza con momenti di elevata potenza matematica e fisicità. La musica vuole essere cinematica nel suo contesto. I due album che in questo caso mi hanno davvero ispirato sono Far Side Ritual di James Ferraro e Typhonian Highlife (Spencer Clarke) di HR Ginger Studiolo. Entrambi gli album sono lavori di estremo post-impressionismo musicale, ed entrambi vivono di vita propria. Musica su musica su musica su musica che è ancora tutta grande musica.

Il mio grande amico Seif Gaber, che crea musica sotto il nome di Polonius (e molti altri alias, come per esempio Seif G), mi ha davvero ispirato secondo una simile estetica. Possiamo dire che la musica di Polonius potrebbe benissimo avere luogo in un periodo dell’Antica Grecia da molto tempo dimenticato, anche se sta succedendo adesso. La sua musica ti prende per il colletto e ti trascina in un mondo che è sia antico, che totalmente nuovo e non familiare nello stesso momento. Un suono che ad un certo punto diventa inquietante e pauroso, e spesso si trasforma diventando piacevole e anche un po’ divertente. Tutti i suoi album migliorano sempre più all’ascolto e ti fanno scoprire un mondo. Quelli per me più impattanti sono L’Aventurier, MAGICAL EGYPT, POLONIUS, ANTIQUE MARVEL, Son of Checkmate Eternal Warriors, anche se qualunque cosa lui abbia prodotto è una continua scoperta.

Seif è anche un membro di Grey White Blue 1972, Ripley Devolta e a quanto pare ha collaborato con l’imperscrutabile band Gondola Wish. Tutti questi artisti, e molto altro, possono essere ascoltati sull’etichetta GWB Corporation Nation.

In riferimento a Pampsychia, come avviene la tua collaborazione con questa interessante label? Le sue altre release giocano con una poetica pop-plastica e con un fulgido lo-fi rumorista. Cosa ti attrae da questa realtà sonora italiana? Sei interessato anche ad altre label simili, come Artetetra e Sonic Belligeranza?

Seif seppe di Riccardo (Patrone, nda) di Pampsychia, e alla fine coinvolse anche me. Pampsychia aveva in quel momento prodotto un album di uno dei tanti progetti di Seif, ovvero Rorschac con l’album Lolophophora, Mandai a loro l’album Arcana e venne apprezzato. Fecero il mastering finale (Giancarlo Brambilla) e anche la realizzazione della cover, e per tutto questo gli sono molto riconoscente,

Allora mi piacque tantissimo Lolophora, come Pollo Gordo di Senor Service e xperiametaphone di Reptilian Expo. Tutti questi album suonano magnificamente magici e unici.

Amo la cultura europea e di conseguenza anche quella italiana. Sono nato nell’allora Juogoslavia e fu un posto molto confortevole dove crescere per via di tutte le cose caratteristiche dell’Europa, soprattutto il cibo. Amo la cucina e il cinema dell’Italia, e che sono giustamente conosciuti in tutto il mondo. Spero, quando potrò, di rendermi conto davvero come sono fatte realmente alcune di queste città italiane. Mi piacerebbe andare in qualche museo, visitare antiche rovine, mangiare piatti deliziosi e vivere l’esperienza di musica dal vivo nuova. Spero presto.

Al liceo mi piacevano molto alcuni gruppi italiani come Le Orme e Area, e successivamente Seif mi indirizzò all’ascolto di quello che sta succedendo musicalmente adesso in Italia. Lì ha molti amici con attitudini artistiche, e ha diversi punti di appoggio. Con la lenta ripresa dal COVID stanno ricominciando le trasferte per concerti; questa è una fantastica novità.

Sono in semi-contatto con Artetetra, e per essa mi piacerebbe pubblicare un mio album. Sarebbe un vero pregio. Io e Seif diamo il nostro contributo in Exotic Ésotérique Vol​​.​​3 come Polonius & Xénomorphe. Mi piacerebbe approfondire la conoscenza di Sonic Belligeranza quanto prima.

Potremmo dire che la tua idea, che è in parte all’insegna del montaggio e del sampling, è interessante e fervida. Essa è espressa attraverso una selezione dei tuoi campioni (e non solo), che vengono alterati in maniera dilatata, con l’aggiunta di sample esterni. Un simile modus operandi avviene anche nelle tue release precedenti (di cui parleremo nelle domande successive), anche se in Arcanum Amarna Late At Night viene realizzata una forma più organica e meditata, e che è in un certo senso il tuo piccolo capolavoro all’interno del tuo contesto nuovo e pieno di fermento. In ogni modo, come avviene lo sviluppo di questo artigianato fino a questo punto? Come mai questa differenza tra questo disco e i passati lavori?

Come ho affermato prima, non ci sono sample provenienti da altri dischi in quest’album. Possiamo dire che in questo lavoro ho fatto in modo affinché tutto suonasse molto convenzionalmente (da qui, l’utilizzo di scale maggiori e una solida base armonica).

Hai presente quando l’esploratore non colto di musica, una volta esposto all’ascolto di Stockhausen, potrebbe esclamare “ TOGLI QUEL RUMORE, QUESTA NON È MUSICA!”? Bene, io volevo fare qualcosa che generasse quella reazione, ma che allo stesso tempo, con la giusta pazienza d’ascolto, potesse sembrare “musica convenzionale”.

Penso che una migliore parola per Arcanum Amarna, al posto di “sampling”, sia “editing”. Il grande Phil Spector espresse la famosa critica al singolo dei Beach Boys Good Vibrations, stigmatizzandolo in quanto esempio di “edit record”. Spector era molto dispotico, in quanto ogni volta torturava tanti musicisti nel registrare ancor più take fino a quando si otteneva quella giusta. Era come Richard Wagner, ma dal Bronx.

Arcanum Amarna è simile ad un edit record con qualcosa in più. L’editing ha un’estetica e una strumentazione diverse. Si può pensare a qualcosa di simile ad un DJ footwork(*) che esegue un sampling di Rites of Spring di Stravinsky, anche se quella tipologia di artisti compone con tanta pazienza tanta musica a mano, con editing di MIDI, per poi passare il tutto ad un quartetto d’archi del posto che registra. In seguito il suddetto DJ raffina la scrittura, ed esegue con essa una performance che registra, e successivamente pubblica l’album. Il making of di Arcanum Amarna Late At Night è qualcosa di simile tranne per quanto riguarda la parte del DJ, di Stravinsky e del quartetto d’archi.

Il tuo precedente disco, METALZ, che è stato pubblicato per GWB Corporation Nation, è un collage dadaista tra sample di musica metal e aggiunte di synth. Il risultato è una caotica e idiosincratica idea di suono, nel nome di una ironia estemporanea nei confronti della cultura metal più commerciale, nello stile di molta letteratura del web. Confermi quest’ultima mia considerazione? Come nasce e si sviluppa il tuo rapporto con il metal?

METALZ corrisponde allo stesso tempo ad una parodia e un elogio della musica metal. Durate il mio perodo da adolescente ho amato il metal, e per quanto mi riguarda quella musica ha ancora il suo perché. Soprattutto la NWOBHM (New Wave Of British Heavy Metal), che amo tantissimo. Fine anni ’70, inizio anni ’80. Quella musica ha un’energica potenza mascolina. Impressionante anche da un punto di vista tecnico.

METALZ è un album in cui il sampling su materiale estraneo è molto importante. Ho un album che devo ancora pubblicare, e su cui ero a lavoro prima di cominciare a pensare a METALZ. Il titolo non è stato ancora deciso e spero che uscirà presto. Quest’album non ancora pubblicato è basato completamente sul sampling, tecnica che, tra l’altro, ho riscoperto pochi anni fa. 

Più specificatamente ho scoperto il sampling quando avevo all’incirca dodici anni. Scaricai e installai Audacity, all’ora un eccellente programma. Credo onestamente che di questi tempi Audacity è il modo migliore e quello a più bassa qualità di registrare musica dopo i registratori a nastro più commercialmente distribuiti. Audacity è estremamente limitato e basilare. Il seguito di Arcanum Amarna potrebbe essere registrato ed editato con Audacity, vedremo.

Ricordo che prima di suonare sul serio alcuni modelli di chitarra, batteria, o di altri strumenti, creavo dei soundscape con Audacity. Ricordo che ne feci una chiamata The Voice of God, in cui erano presenti linee di basso e pattern di batteria insieme a sample dai film Network e Taxi Driver. Davvero una roba matta e malata.

È interessante che, per quanto mi riguarda, tale tecnica non proviene dall’hip hop, che sembra invece qualcosa di più ordinario da chi proviene dall’America del Nord. Nel mio caso questa iniziale scoperta deriva da due “riscoperte” del concetto di sampling. La prima consiste nei tre seguenti album: Madvillainy dei Madvillian, Soundtracks for the Blind degli Swans, e Paul’s Boutique dei Beastie Boys. La seconda è stato quando ho scoperto il concetto di cut-up di William Burroughs e Brion Gysin. Quest’ultimo diffuse l’dea che tale tecnica sia stata ispirata e soprattutto associata al collage dadaista, da cui trasse spunto. Burroughs fece anche dei cortometraggi che venivano chiamati “cut-up films”, realizzati insieme ad un tizio di nome Antony Balch, e con montaggi artefatti, davvero malati. Sono filmati con un edit Spector-esco della sua più estrema specie. Se avessi l’epilessia non vorrei guardarli.

Questo materiale mi fa sentire davvero libero di estrarre e utilizzare i sample in un determinato contesto. Alla fine capisco che tale tecnica non solo funziona ma suona in maniera fantastica e ricostruisce quella musica in maniera sorprendentemente diversa dalla fonte. Considerando Burroughs, penso che il modo in cui i sample sono usati nel mondo hip hop è più piuttosto conservatore rispetto il suo effettivo potenziale. Quest’idea è sostenuta dalle letture su Stockhausen, Xenakis e l’intera tradizione dell’elettronica nella moderna musica classica dell’Europa Occidentale.

Dopo l’epifania del metodo cut-up cominciai a lavorare a quest’album in cantiere. Il suo concept consisteva nel fatto che ogni traccia era basata su uno o più sample inclusi su un solo pezzo [non mio] o registrazione. Anche se questa regola è stata pressocché infranta, il nocciolo dell’idea rimane presente in una buona quantità di registrazioni che tuttora hanno bisogno di essere ulteriormente curate per poter poi pubblicare il disco complessivo.

METALZ deriva in parte da quest’album in cantiere. Con la stessa idea, ma in cui tutte le tracce da cui è estratto il campione sono pezzi metal della mia giovinezza. Ogni traccia [di METALZ] contiene il 99% dei sample di una traccia, ed è stato per l’appunto un lungo lavoro di remissaggio. Le tracce sono state laboriosamente remissate e completamente stravolte. Nell’ultima traccia compare una jam dal vivo chitarra più batteria scombinata e riassembleta con un remix di un classico brano metal degli ’80.

Il remix radiofonico è come una canzone pop che diventa una hit house pop, proprio come il successo degli ’80 Valerie di Steve Winwood diventa Call On Me di Eric Prydz. Questo remix era essenzialmente un pezzo di una battuta della traccia di Winwood. Era un esercizio di chirurgia e produzione originale attraverso un estremo minimalismo. Le tracce in METALZ non solo simulano questa operazione ma si espandono attraverso riff originali di synth basati su un modulo di un secondo riff in un altro sample. I campioni non hanno un beat swingante o meno dinamico ma molto spesso consistono in porzioni delle canzoni originali insane e diversificate. Qualche volta il lavoro comprendeva un cut-up intenso attraverso un lavoro di sotto-campionamento e fine riarrangiamento, dove il sample con cui si lavora alla fine è follemente scomposto e non completamente comprensibile. Spesso i sample sono in una metrica e durata completamente differrente. Inoltre la manipolazione digitale non viene trascurata.

Allo stesso modo di Bach si prende una melodia, da cui deriva una tonalità e il numero di voci, e virtualmente si applicano all’intero pezzo diverse trasformazioni della melodia data, producendo una fuga, in cui il sample subisce delle dilatazioni, compressioni, dilatazioni, cut-up, e riarrangiamenti per creare interamente un nuovo pezzo musicale. Diversamente da Bach, noi abbiamo il vantaggio di vivere in un’era digitale all’insegna dell’audio-plasticità dove possiamo facilmente creare più facilmente e in maniera analoga delle fughe con un sample. Bach aveva solo la sua memoria umana su cui poteva contare. Noi abbiamo floppy disk, penne USB, cellulari, lettori cassetta, CD, DVD, Blu-Ray, lettori MP3, Random Access Memory, Persistent Storage Memory Units come schede HD e SD, server virtuali, e chissà quali altre follie inimmaginabili. Il Dio della Tecnologia è proprio misericordioso!

Completando la tua discografia ripercorrendola a ritroso, abbiamo infine Excalibur, il tuo primo album per la GWB; una creatività rudimentale e trash, ma fulgida nel suo concept, e una palestra per il tuo artigianato sampling. Sarei quindi curioso con quali intenzioni è esordita la tua elettronica. Da dove prende le prime mosse?

Sono veramente legato ai fondatori dell’etichetta e contribuisco in circa il 98% degli album pubblicati da loro. Compaio sotto differenti pseudonimi. Molto spesso vengo creditato come bassista e qualche volta come produttore. Seif è su alcuni lavori di Ripley Devolta e gira la voce che ha avuto a che fare con le sessioni di Guan Guan Bikini Hotel di Gondola Wish, ma nel corso di questa intervista è ancora un fatto non verificato.

Sono un membro onorario della band Grey White Blue 1972, la cui discografia è su GWB Corporation Nation. Gli album di questa band hanno bisogno di allenate orecchie. Se apprezzi Excalibur, li devi assolutamente ascoltare. Il suono è più grezzo, ma in qualche modo più musicali ed espansi.

Sul tuo argomentare di Excalibur e sulla sua “creatività rudimentale e trash”, sono in completo accordo. Mi piace l’album proprio per come lo descrivi. Propriamente rudimentale. Tutto viene registrato usando GarageBand e il microfono di un MacBook del 2010. La maggior parte delle tracce dell’album sono basate su registrazioni di jam liberamente improvvisate. Per farti capire, si potrebbe dire che molto di esso è una specie di estremo e astratto no-air con una claustrofobica elettronica-noise-metal-rock-rock’n’roll.

Excalibur è stato registrato soprattutto in cantina e in un bagno piastrellato. Quando la musica è stata registrata per essere più ad alto volume, siamo andati aldilà del limite della zona rossa (di un ipotetico VU-meter, nda). A quei tempi ero molto affascinato dalla magnifica band giapponese Les Rallizes Dénudes. Molte parti di Excalibur possono essere pensate come degli sketch di alcuni pezzi dei Rallizes. Il modo in cui creano le linee di basso, rudimentalmente noise e i drumbeat energicamente rock’n’roll è qualcosa che ancora viene contemplato negli ascoltatori/curiosi/appassionati per divertimento della musica di oggi. Gli Swans facevano parte di questo processo come la no wave minimalista di New York, di cui gli Swans erano affiancatori a tale scena. Quest’ultima include roba come Glenn Branca, Theoretical Girls, Sonic Youth (soprattutto il primo EP), James Chance and the Contortions, DNA e Mars. Comunque potrei dire che la più importante influenza siano stati Alan Vega (RIP) e Martin Rev, storicamente noti per costituire insieme i Suicide.

Sono un profondo, spirituale ed entusiasta fan dei Suicide. Con “spirituale ed entusiasta” intendo che ho un legame con il gruppo, intenso e personale, in modo da capire dove la loro musica vuole andare a parare. Posso sentire il battito del mio cuore nella loro musica anche quando essa è ruvida, grave, estrema, assordante, eccessiva, priva di forma o di ritmo, e dissonante. Il loro è un minimalismo profondo, una caratteristica che raggiunge la cima della montagna del rock’n’roll solo come i Rallizes Dénudes potevano ben testimoniare. Entrambe queste oscure band possono essere associate ad un’estetica deviata. Il loro suono risulta essere brutalmente assordante, teatrale e dritto in faccia. Confrontandoli ancora, appaiono in qualche modo dei romantici senza speranza. Intensamente emotivi, profondi, sinceri ma sempre umani.

Excalibur è un album davvero intenso. Lo sento nelle mie corde ancora. Il suo processo è stato durante un mio periodo turbolento durante gli inizi dell’età adulta. È stato attraversato da un intenso percorso. Ma l’importunato quale io ero fece tutto attraverso il volume, ripetizioni assordanti, densità estrema, strumentazione rock’n’roll, noise e elettronica come sfogo post-traumatico. Un modo per prendersi cura dell’anima.

Parlando della GWB Corporation Nation, qual è il tuo legame o ruolo all’interno di essa? Più nello specifico quali sono le tue intenzioni come parte di quel roster? Arcanum Amarna Late At Night ha una fervida e barocca forma che si cela nella sua più profonda struttura. Rispetto a METALZ e Excalibur, Arcanum Amarna ha qualcosa di più lirico e matematico in un unica istanza, attraverso un perfetto gioco di plasticità. Come avviene quindi excursus tra i primi due album e Arcanum Amarna, tra GWB e Pampsychia?

La label è un’opera d’arte offerta su Bandcamp. Sulla pagina è completata con ventotto album. I miei primi due lavori hanno trovato un contesto per la sperimentazione, come hai già notato. Excalibur esplora in profondità il groove e il rumore distruttivo. È una tetra marcia funebre. Ritmi molto semplici ripetuti di continuo. METALZ è più tecnico e preciso nel suo corso. È presente anche più ironia.

In Arcanum Amarna c’è più chiarezza per quanto mi riguarda, più nello specifico armonia e contrappunto sono realizzati secondo la tradizione occidentale. Anche se tutto sommato non sono in nessun modo un esperto in materia. Semplicemente mi sono approcciato agli elementi iniziali della loro comprensione. Arcanum Amarna è il risultato di una prima comprensione naïf [della materia] per utilizzarli attraverso tutto l’album. Questo metodo di utilizzare alcune nozioni appartenenti a quel campo, amplificandole e sconvolgendole all’eccesso, con l’aiuto di un software, è il fondamento di tutti i miei album. SCULPTUR SONARIS.

Questo processo è il fil rouge che lega tutti i miei lavori. Il risultato è un’estesa varietà di lavori che suonano in maniera sempre differente. È qualcosa di matematico, ovvero una funzione che prende un’idea musicale e poi restituisce in output un album di musica.

In conclusione, puoi parlarci del tuo futuro artistico? Cosa ci dobbiamo aspettare dal tuo lavoro? Prenderanno una direzione ancora più organica e barocca? Inoltre ci saranno date in Italia o Europa?

Sul mio futuro artistico posso solo dire che mi sento per adesso slanciato su esso. Non solo sono immerso nelle creazioni musicali. Ma vorrei essere supportato maggiormente da dei sostenitori in questa avventura. Sarebbe un grande privilegio avere qualcuno che mi dicesse esattamente cosa fare. Come lavori commissionati con un compenso. Chissà… Comunque per avere un’impressione della mia arte visiva, con cui contribuisco negli artwork dei miei album, si può visitare il mio account Instagram.

Qui invece puoi trovare alcuni miei video: https://www.youtube.com/playlist?list=PLY82tpdQbuMaBw7iMXh6wfI19b25rTxSe

Ci sono molte tracce di POLONIUS in questa playlist con fantastici video fatti da un altro caro amico, Josh Scammell. Josh con Chris Love, un altro meraviglioso amico; inoltre mi esibisco con il moniker Pith and the Parenchymas. Questo progetto essenzialmente era ed è la band di Chris e hanno partecipato persone sempre diverse, ma ha una formula efficace e potente in maniera lungimirante. Raccomando tantissimo quel materiale. Tre di noi hanno registrato un album intitolato Song of the Neverending Ugly Lizard. Abbiamo suonato in molti concerti, e riprenderemo a provare spesso quando sarà possibile. Davvero un ottimo concept, un grande groove. 

Adesso ho 4-5 album di cui ho iniziato il processo creativo e avrei bisogno di finire/pubblicare. GWB e Pampsychia sono delle ottime etichette con cui spero di continuare a lavorare, anche se sono ben disposto a lavorare con altre etichette. Dalla prossima settimana o quasi, quattro album a nome Damien Marksson saranno disponibili online per la prima volta su Bandcamp. Alcuni di questi risalgono dai tempi di Excalibur, altri sono completamente nuovi. Ci saranno sicuramente momenti barocchi e organici, soprattutto in “Careless Iconoclasm”. Mi piace molto l’espressione “organico e barocco”. Mi ricorderò di questa frase.

Sono in contatto con molte persone per organizzare un mini-tour in Europa. Non ci sono date al momento, e niente è stato ancora confermato. Ho solo qualche idea sugli ipotetici concerti. Vedremo cosa emergerà.

Grazie ancora per questa intervista e tante grazie per spendere del tempo nell’ascoltare i rumori che ho diffuso recentemente.

Conversazione risalente al 29 Ottobre 2021 e in minor parte 21 Novembre 2021. 

(*) In sintesi, la footwork house è un sottogenere di musica house, con elementi hip hop, nata a Chicago verso la fine degli anni ’90. Prende le mosse dalla lo-fi ghetto house (genere locale) e dalla scena di Detroit. Inoltre i concerti dei DJ footwork hanno un’intrinseca componente del ballo o break dance. Per saperne di più: Alex McFadyen – “Something I never seen before”: Chicago, dance, and the roots of footwork (Red Bull, 2020).

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