Il cazzo moscio di GG Allin: vita e (soprattutto) morte dell’ultimo Re del Rock.

“Spezzerò il vostro braccio

e spanderò sulla vostra  faccia escrementi,

gli escrementi delle vittime immolate

nelle vostre feste solenni,

perché siate spazzati via,

insieme con essi.”[1]

Il punk-rock non è semplicemente classificabile come un mero genere musicale, anzi si può tranquillamente affermare che abbia, talvolta, dei contatti assai limitati con la Musica tout-court.
Il punk semmai può essere considerato come un’attitudine rumorosa. È  rumore che non vuole asservirsi alla mercificazione, è stridore che cerca di sottrarsi all’alienazione sociale negandola e estremizzandola in determinate situazioni costruite, è un modo di affrontare la merda che la vita ti spara addosso una volta usciti dal caldo ventre materno.
Il punk scorre dentro le vene senza un motivo ben preciso, è una malattia che ti si appiccica addosso in un momento imprecisato dell’esistenza e può assumere, in particolari soggetti, i tratti escatologici di una religione e, come tale, necessitare di figure messianiche e di profeti disposti a immolarsi per la Causa. E i profeti, in qualsiasi ambito d’azione si trovino a operare, come sappiamo, sono spesso personaggi alquanto singolari e di difficile comprensione per chi non ripone una fede assoluta nel loro operato.
L’ultimo genuino profeta del punk-rock si chiamava GG Allin e in comune con l’iracondo Malachia veterotestamentario della citazione  biblica iniziale ha, oltre ai toni messianici, indubbiamente la fascinazione per la merda e il suo versatile utilizzo.
Dalla prima defecazione in scena, assolutamente premeditata, a Peoria nell’Illinois nel 1985 la violenta lista dei suoi eccessi performativi sul palco si allunga concerto dopo concerto, in un caleidoscopico teatrino delle crudeltà: deiezioni sul palco, coprofagia, autolesionismo, attacchi e lanci di escrementi verso il pubblico, blasfemia, razzismo, misoginia nonché una passione sfrenata per il sesso orale (meglio se non consenziente!) con i fan e uno spiccato amore per la sodomia.

Ora, è vero che la psicologia ci insegna che il contenimento della merda viene socializzato a scopo propedeutico e instillato nel bambino (e futuro uomo civilizzato) fin dalla tenera infanzia. La capacità di controllo e inibizione degli sfinteri è alla base della coscienza sociale, in quanto il rimosso materico che non viene vissuto come piacevole liberazione della tasca anale, è parte fondante dell’individualità che si aliena per andare incontro all’approvazione degli altri.
Detto ciò è pur vero che cacarsi addosso non è mai un bell’affare. La minzione e l’evacuazione delle feci si fanno produzione del negativo assoluto, del quale non si parla se non in termini di disprezzo.
Quindi il rilascio incontrollato o, di contro, la ritenzione forzata e prolungata degli stimoli fisiologici diventai la prima forma di ribellione ai diktat familiari prima, sociali in un futuro prossimo [2]. Come dice Florian Werner parlando del suo saggio “La materia oscura”[3]: “Ancora più importante (e in senso figurato) gli escrementi funzionano come una sorta di opposto rispetto al quale possiamo definirci umani. Senza ombra non può esserci luce, senza sporcizia non c’è pulizia. La nostra definizione di civiltà è intrecciata con la scomparsa degli escrementi: il grado della loro (in)visibilità indica la posizione di un paese su una scala di sviluppo sociale. Abbiamo bisogno di un opposto rozzo per poter pensare a noi stessi come esseri civili. Abbiamo bisogno della merda per farla franca e affermare la nostra raffinatezza. Per queste ragioni le feci sono indispensabili per la nostra autocomprensione come uomini e donne moderni”[4].

Per nostra fortuna, la carriera frammentaria e multiforme di Allin è stata la dimostrazione che l’approvazione degli altri non è assolutamente una cosa necessaria per la ricerca del proprio ruolo nella società. Nel suo caso, è stato assai liberatorio immedesimarsi col negativo assoluto e poter dare libero sfogo al degenerato figlio di puttana che si portava dentro fin dal giorno della sua nascita, battezzato col nome di Jesus Christ.
Questo nostro profeta  si esibisce sul palco completamente nudo e strafatto, con il suo cazzo moscio sempre in bella vista e piantato in faccia a quelli che hanno la fortuna (o il suo esatto contrario!) di godersi uno dei suoi show dalle prime file. L’annullamento delle distanze, tipico dei concerti punk, dove il pubblico fagocita la band all’interno del suo pogo viene estremizzato ancora di più nelle folli esibizioni di Allin. GG si rotola per terra in maniera scomposta, si getta in mezzo al pubblico e lo colpisce a suon di calci e pugni, ricevendo indietro lo stesso trattamento.  Distrugge microfoni a suon di testate e spacca bottiglie per poi rotolarsi sui vetri taglienti incitato dalla folla. Completamente ricoperto di tagli, sudiciume e merda, è il Gesù Cristo epilettico che sanguina e suda sul palco per soddisfare la sua inquietudine terrena, mentre i fan continuano ad imitarlo e fomentarlo. Un detonatore di violenza pura e fine a sé stessa, pronto a deflagrare senza motivo. Si massaggia furiosamente il cazzo per poi pisciare sui suoi discepoli in prima fila[5].
GG si sente investito della carica di vero e ultimo Re del Rock. Incoronato dal suo essere unico e inimitabile. Nessuno ha il coraggio di fare quello che fa lui sul palco. Incoronato sul palco e inchiodato alla sua personale croce esistenziale.

Sul palco, quando si aggira col cazzo ciondolante e ricoperto da ogni fluido corporeo disponibile, l’aspetto esasperatamente farsesco è unito con grande naturalezza ad aspetti tragici e grotteschi e ogni volta la scena si chiude con lo stesso copione: risse, denti rotti, lividi, sangue, sperma e sudore.
La violenza repressa che sobbolle e latita sottopelle, è finalmente liberata per mezzo dell’intercessione sciamanica di Allin. Questo stregone cosparso della sua stessa merda e intriso di piscio e sudore, danzando in maniera scomposta, rompe il patto con la società civile ricacciando i concetti di utile, buono e giusto nel fondo del suo stesso buco del culo.
Nessun controllo, nessuna regola, nessuna finzione.

I wanna piss on you, I wanna piss on you
You ain’t shit to me, ‘cause I’m better than you
I wanna shit on you, and rape your little sister too
I wanna piss on you, my pecker has a yearning to
[6]

 Queste brevi esplosioni di pericoloso nichilismo autolesionista diventano assai note nella scena underground degli anni ’90, fino a portare il nome di GG Allin accanto a quello dei più blasonati ed estremi body-performer. Le persone sono sempre più disposte a pagare a caro prezzo i biglietti degli spettacoli. La merda di Allin attira sul palco le mosche del punk-rock e loro si precipitano in massa pronte a cibarsi del suo corpo offerto in comunione eucaristica ogni sera.

GG Allin, con l’estrema coerenza che lo contraddistingue, se ne fotte di tutto questo e di tutte le attenzioni che gli vengono rivolte. Rimane fedele al suo credo personale: Live Fast Die.
Vive fuori dal palco gli stessi eccessi che porta in scena. Crea musica, compare nei filmati più disparati, compone canzoni razziste, misogine e sgradevoli, inneggiando al suo amore per l’eroina mentre suona con una spada in mezzo alle meccaniche della paletta della chitarra[7].
Continua ad esibirsi in giro per tutta l’America, in angusti locali male illuminati e puzzolenti di fumo stantio ricevendo come pagamento buste di eroina, col suo cazzo moscio sempre pronto a essere ficcato a forza in qualche pertugio e pronto a schizzare piscio sulle facce dei suoi fan.
Questi angusti templi del punk-rock sono il luogo ideale per glorificare la sua esistenza, alternando presenze live con molteplici band: Antiseen, Murder Junkies, AIDS Brigade, The Jabbers…sono solo dei nomi usati per dar sfogo alla necessità di esistere tramite la musica.

Ogni anno minaccia di uccidersi sul palco la notte di Halloween e ogni notte di Halloween di ogni anno la passa in galera.
Una volta, alla domanda sul perché non avesse mai dato seguito alle sue minacce di suicidio, Allin lapidariamente dichiara: “Con GG, non hai mai ciò che ti aspetti, ma solo ciò che ti meriti”[8]. Inoltre, sostiene che incontrerà l’aldilà nel suo momento di massima energia, non facendosi certo cogliere impreparato in un periodo di fiacca.
Alla fine del1989, Allin subisce l’ennesimo arresto, stavolta con l’accusa di gravi lesioni personali a una donna nel tentativo di berne il sangue dopo alcuni giorni di sesso sadomaso.

Questa volta finisce carcere e trova il tempo di dedicarsi alla scrittura, scrivendo il suo Manifesto:

“É tempo di combattere. Tempo di vendicarsi. Abbiamo la necessità di superare l’attuale Rock ‘n roll. Dobbiamo buttare giù le compagnie discografiche non comprando i loro prodotti. Un boicottaggio. Se volete possedere un disco, rubatelo! In questo modo non avranno il vostro denaro. Dobbiamo smetterla di mantenerli. Il vostro sostegno, adesso, deve andare a me –GG Allin, il comandante in capo e il terrorista del Rock ‘n roll. Perché credete che io sia in prigione in questo momento? Perché essi sanno chi sono e hanno paura della mia esistenza. La nostra società vuole bloccare la mia missione. Vogliono farvi il lavaggio del cervello e tenervi chiusi dentro MTV e i loro mondi sicuri, stagnanti. È un complotto per uccidere il Rock ‘n roll. Io sono il Salvatore. Ecco il motivo per cui vengo considerato una minaccia per la società.”

Dopo il rilascio, Allin viola la libertà vigilata per partire di nuovo in tour. Il materiale girato costituirà la base per il documentario “Hated: GG Allin and the Murder Junkies” di Todd Phillips.
Il film contiene scene da una performance che Allin diede allo Space, all’East Village. di New York.
Durante lo show Allin, strafatto, si spoglia completamente, defeca sul pavimento, si cosparge delle sue stesse feci e tira merda addosso al pubblico. Tira inoltre bottiglie di birra rompendo il naso a una donna del pubblico e aggredisce diverse altre persone nella folla.
Le immagini di questo concerto sono il riassunto di tutta l’esistenza di GG: un mix di  genuina follia e nichilismo esasperato.

Le ultime ore della sua vita e, soprattutto, la sua morte sono la parte più nota della parabola esistenziale di Allin.
Il nostro profeta pone fine alla sua esistenza con un’overdose di eroina e alcool dopo l’ennesimo concerto interrotto. Assieme ad alcuni amici, dopo aver girovagato per Manhattan, si ritrova nell’appartamento di John Handley (alias Johnny Puke) per un party a base di droga e alcool.

Prendemmo un taxi e tornammo nel mio appartamento per fare festa. C’eravamo io, la mia ragazza, GG e Liz. E GG aveva tutta questa droga datagli dal promoter, così iniziammo a pippare. Avevo paura degli aghi e lui sapeva che ero un gran sniffatore. Bevevamo Jim Beam e birra.
Stavamo progettando un tour di poesia in Europa. Né GG né io eravamo mai stati in Europa, e questo tour sarebbe stata una scusa per andarci e fare casino. Rimanemmo svegli fino a circa le due o tre di mattina. GG fu il primo ad addormentarsi, probabilmente verso l’una. Si addormentò sul pavimento, ed essendo un piccolo appartamento, lo si sentiva russare molto forte. Liz, la mia ragazza e io rimanemmo svegli a parlare e ad ascoltarlo russare per un’altra ora. Alla fine Liz si sistemò sul futon, e io e la mia ragazza andammo a letto. Andammo a letto col rumore di GG che russava, quindi non mi preoccupai. Aveva un colorito normale e non aveva vomitato, stava solo russando. La mattina verso le nove Liz mi svegliò e disse, “GG ha qualcosa che non va.” Andai da GG, che indossava una giacca di jeans senza maniche, la gonna di Liz, gli stivali e un elmetto nazista. Era la cosa a cui teneva di più, infatti l’aveva lasciato a casa mia prima dello show per paura di perderlo. Mi avvicinai ed era freddo e rigido – e morto, lì sul pavimento di casa mia.”

E poi il funerale, ripreso per intero dalle telecamere[8].

Il cadavere maleodorante, gonfio e non lavato, vestito soltanto con un lurido sospensorio e la giacca in pelle, esposto all’ultimo saluto di amici e parenti che infilano premurosamente sotto il braccio irrigidito dal rigor mortis l’ultima bottiglia terrena dell’adorato Jim Beam e svariate droghe nella bocca del cadavere. Non si può mai sapere…

Cosa ci ricordiamo oggi di GG Allin?  Se escludiamo le parti di estrema e gratuita violenza, gli oltre cinquanta arresti, gli eccessi e le dichiarazioni deliranti fatte nei talk-show dove veniva invitato a rappresentare il Male assoluto, probabilmente niente di buono.
Allin, con la sua vita inimitabile ha incarnato l’umano sentimento di inadeguatezza instillato nei giovani da una società consumistica ed edonistica come è lo stata quella americana degli anni ’90, senza però riuscire ad addolcire in qualche modo l’amaro boccone.  In quegli anni si sviluppa sempre in America e più precisamente a Seattle, il suond per eccellenza di quegli anni cuoi e nichilisti: il grunge ( o Seattle Sound per l’appunto ).  Gli esponenti di questa nuova corrente sono anch’essi profeti del malessere e del disagio giovanile, trafitti e dilaniati dal dolore esistenziale diffuso che si foraggia e alimenta con quel sano senso di inadeguatezza che solo la periferia americana sa darti. Al contrario di Allin, questi nuovi cavalieri dell’Apocalisse, codificano un linguaggio sonoro e visivo in grado di cavalcare l’onda del successo discografico, portando i loro traumi esistenziali in vetta alle classifiche.

Al contrario, GG con il suo cazzo moscio intriso di umori e feci continua a incarnare la parte più infima, bassa e degna di censura della musica americana di quel tempo. Tutta la sua rabbia e l’insofferenza accumulata negli anni, si concentrata fino all’esplosione violenta in quei pochi dannati minuti sul palco. Nelle chiese fetide della sua scena punk-rock, GG tornava a essere quel Jesus Christ che suo padre aveva sempre voluto che fosse. Il figlio destinato a grandi cose. E alla crocifissione.
D’altronde, cosa avreste fatto voi avendo come padre un fanatico religioso che minaccia di uccidervi assieme a tutta la famiglia e poi di seppellirvi allegramente nello scantinato un giorno sì e l’altro pure?

Con i proventi della sua musica GG non si è mai comprato una villa con piscina o un’auto di lusso, ma soltanto alcool e droga. Per vivere semplicemente un giorno dopo l’altro.
Vivi Veloce Muori. Ancora, estrema coerenza.

L’altro fratello Allin e compagno di avventure musicali e non, Merle, è tutt’ora in vita e come GG scarsamente dotato di talento musicale. Ha continuato a fare comparsate in gruppi punk HC prima di scoprire che la parte più redditizia della famiglia era ancora il fratello GG.
Da anni gestisce un sito (www.ggallin.com) dove vende gadgets e cimeli appartenuti al fratello GG. Non contento, nel 2017 assieme al regista Sami Saif imbastisce un nuovo film-documentario pieno di spezzoni live degli anni Novanta e interviste a lui e alla vecchia madre, intitolato beffardamente The Allins[9]. sulla falsariga del fu Hated.

Il cazzo moscio, e adesso morto, di GG continua a farsi beffe di tutta l’ipocrisia dell’industria musicale anche dalla tomba: il sito WWW.GGALLIN.COM è da diverso tempo vittima di un attacco hacker che lo ha reso irraggiungibile. Sia fatta la Sua volontà.
La musica punk, quella senza compromessi e genuina che rappresentava al meglio nei suoi folli concerti di GG Allin è oramai morta e sepolta, fagocitata dal proliferare di gruppi e gruppetti dell’ondata new punk californiano, ma una cosa è certa: se l’è spassata alla grande.

In sua memoria. Gli altri, si fottano.

Note:

[1] Libro di Malachia, II, 3; versione della Bibbia CEI 2008

[2] Carmine Mangone, Punk, Anarchia, Rumore, Crack Edizioni, 2016.

[3] Florian Werner, La materia oscura: historia cultural de la mierda, Tusquets Editores S.A., 2013.

[4] Enrico Petrilli, Storia della merda, 15 gennaio 2018, www.neroeditions.com.

[5]GG Allin, Live & Pissed, 1988 https://youtu.be/zFMWICubfTE.

[6] GG.Allin, I wanna piss on you, dall’album Doctrine of Mayhem, 1990.

[7] GG Allin, Carmelita, https://youtu.be/lcI2vzpK3zE.

[8] GG Allin’s funeral, The final hellride, 1993. https://youtu.be/mk39I_TAqIU

[9] https://youtu.be/kilrx9g6AZ0

 

5 risposte a “Il cazzo moscio di GG Allin: vita e (soprattutto) morte dell’ultimo Re del Rock.”

  1. Sono cresciuto e ascolto tuttora punk.
    GG Allin ha sicuramente fatto qualche bel pezzo ma nel complesso era uguale a tanti dell’epoca. L’unica differenza é che si faceva talmente tanto da non distinguere più follia e realtà, tale da risultare la parodia di sé stesso, un tossico senza né arte né parte.
    Doveva essere aiutato, non deriso o glorificato.
    Era un coglione violento e anormale, che cercava le attenzioni che non gli aveva dato il padre e afogava rabbia repressa. Non rappresenta nulla, lo si vuole iconizzare solo perché faceva assurdità. Rappresenta il degrado sociale di quel periodo, così come chi lo seguiva. Uno schifo.
    Ribelli, punk, si può essere tutto senza autodistruggersi, senza aggredire donne e senza mettersi nudi a cagare come dei ragazzini ritardati a cui viene dato un palco.

  2. Che caterva di sciocchezze. Già dal nido la cacca non è il demonio. Poi se mangi la merda fai schifo e sono cazzi tuoi perché puzza e non fa bene. I disabili mentali che mangiano la cacca possono avere anche del talento musicale.

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