Intervista a Drone San

Drone San. Credit: shooting di Alessandro Tuveri e post-produzione di Francesco Liori

I Drone San sono un progetto costituito da Andrea Sanna (piano, tastiere, synth) e il Nicola Pedroni (batteria, percussioni, synth), entrambi autori di formazione jazzistica. Il 14 Gennaio di quest’anno (2022) pubblicano il loro esordio omonimo per la Horribly Loud Records, lavoro dal tratto jazz e futuristico allo stesso tempo, sia a livello di trame sonore progressive, complesse e sintetiche, che per l’immaginario sci-fi che vuole evocare attraverso la grafica del supporto fisico; inoltre dietro all’ascolto del lavoro si cela la narrazione senza parole di un racconto, rintracciabile nel silent book dell’artista grafica Yoshi Mari, autrice anche dell’artwork del disco.

Focalizzandoci sulla trama attraverso la quale si susseguono le immagini della graphic novel, parla Yoshi stessa, dandoci maggiori delucidazioni sulle sue tavole:

“Il tema fantascientifico è stato sviluppato insieme al duo già nelle prime fasi di creazione musicale. Le 14 illustrazioni  – realizzate a tempera e in digitale – sono ispirate alle atmosfere sospese e aliene dell’album. Queste raccontano di una missione spaziale che parte da un pianeta in decadenza alla ricerca di una nuova speranza o fonte di rinascita, a bordo di un’astronave-città-tentacolare. Questa approda su un pianeta in cui la natura prospera in perfetta armonia con i suoi abitanti. I visitatori vengono condotti presso il “tempio” di questa saggia civiltà aliena, tempio che risulta essere una foresta, e ricevono in dono dei semi…

già durante il viaggio di ritorno, l’astronave-città si popola di nuova vita e torna sul pianeta portando un messaggio di speranza.”

Disegno di Yoshi Mari per l’artwork e la graphic novel di Drone San

Per quanto detto riguardo la scrittura del disco, esso risulta molto complesso anche per i suoi frequenti cambi di tempo; un attitudine musicalmente massimalista resa possibile dal notevole background dei due artisti di ricerca sonora – Nicola ha studiato in parte all’estero (Cuba, Milano, Torino, Bologna, Roma) e Andrea ha una formazione come pianista jazz al Conservatorio di Cagliari. Detroit’s Son ha leggeri cambi di tempo in una prima parte, dove un semplice 4/4 si alterna con un 3/4; di seguito in una parte successiva, in cui si raggiunge un climax sonoro il tempo si complica con ripetizioni asimmetriche e qualche aggiunta di una nuova metrica: 

4/4 + ¾ + 4/4 + ¾ + ¾ + ¾ + 4/4 + 5/4 + ¾.

In più battuta per battuta pattern ritmici complicano lo schema del pezzo in maniera più lateralmente barocca a livello cromatico.

Osservando la variazione delle metriche nel tempo di Waltzer Matthau, che è la seguente:

3/4 + ¾ + 2/4 + 4/4 + 5/4,

si ha quasi la sensazione di un fluire della musica dilatato nel suo corso, in cui in più punti rarefatti o meno la musica si sospende, e i beat spesso glitchati e dal suono acido assumono una forma ulteriormente aliena, richiamando per l’appunto forme di vita oscure e remote contemplate dall’estetica che il duo vuole richiamare.

Ornamentalities segue un’altra struttura non-eucldea, dominata dalla seguente serie di metriche che si ripete in più parti:

 4/4 + 5/4 + 4/4 + 2/4.

Qui il tempo si allunga e si spezza, compensandosi a più riprese, anche se qualche valore viene disperso; in questo modo viene incentivata l’asimmetria del pezzo, associata ad una voluminosità fisica. Inoltre il tutto viene incentivato dal suono lisergico e maestoso che non a caso si avvia ad una quasi definitiva conclusione dell’album.

Drone San, album massimalista per la sua dinamicità compositiva fatta di forme fluide e sempre diverse, vuole essere un’offerta nuova, innovativa anche in senso progressista, attingendo dall’universo H.P. Lovecraft attraverso strutture matematiche come asimmetrie nel tempo – come abbiamo osservato – o superfici non orientabili come il nastro di Möbius, filo narrante ciclico della storia che il duo ha voluto raccontare attraverso la loro musica e i disegni dal tratto onirico e etereo di Yoshi Meri. 

Per maggiori curiosità e approfondimenti sui Drone San e il loro esordio riportiamo la nostra conversazione con il duo.


Raccontateci come nasce e si sviluppa il percorso Drone San fino alla pubblicazione dell’album omonimo. Come nasce il vostro sound ben strutturato, fatto di vibrazioni complesse che attinge al progressive, alla library music e al futurismo krautrock?

Drone San: “Nel 2022 ci siamo trovati a suonare insieme in un jazz club e abbiamo subito avuto la sensazione di una forte direzione comune.  Abbiamo quindi  iniziato a scambiarci frammenti di brani o suggestioni sonore, giusto per farci un’idea di chi fossimo musicalmente. I materiali prodotti in questa prima fase – molto, molto diversi da quelli definitivi – ci hanno fatto capire che il progetto meritava di essere sviluppato e di diventare, prima di tutto, un disco. Il nostro sound è frutto di un processo molto naturale e spontaneo: dai primi ascolti reciproci alle stesure dei brani siamo stati facilitati da un’estetica abbastanza omogenea, pur arrivando da percorsi musicali differenti. Ci siamo trovati, insomma.”

Drone San. Credit: Alessandro Tuveri

Parlando del lavoro, il suono insegue una poetica urbana e cosmica allo stesso tempo, insieme ad armonie acide legate più propriamente all’elettronica. Se Drone è un preludio sospeso, oscuro e più periodico, Snob Pineapple ha una tonalità vellutata e ritmicamente irregolare, facendo emergere un immaginario distopico e popular allo stesso tempo; per quanto concerne Detroit’s Son, il suono è più minimale e armonicamente notturno ma con la dovuta energia, mentre in Baking Bread l’atmosfera è più astratta e permeata da una luce aliena per via della musica obliqua e dal ritmo ancora una volta artefatto. Volevo chiedervi, come nasce l’idea di combinare un suono terrestre più lucente accostato ad una cosmicità recondita?

Drone San: “Siamo entrambi appassionati sia di cinema che di letteratura fantascientifica e sicuramente questo ha influenzato molto i brani del disco. Allo stesso tempo, benché a volte vorremmo essere delle entità “aliene”, siamo dei normali terrestri che ogni giorno si scontrano con le inevitabili contraddizioni della nostra società, quindi probabilmente le composizioni hanno fatto trapelare questa nostra condizione.”

Si incontra nella seconda parte del disco un suono più caldo e meno familiare. Waltzer Matthau, strutturata in diverse istanze, è il pezzo più vivo del disco, adrenalinico e dal suono più propriamente progressivo, fatto di diverse consistenze sonore e pattern ritmici elastici. In Ornamentalities diventa protagonista un’astrazione questa volta più rarefatta nel ritmo e nella melodia, arrivando fino a San, conclusione enigmatica del disco e outlier che apre a nuovi scenari immaginifici. Come avviene in voi questa creatività nel creare suoni ed evocare idee poco conformi con la vostra stessa poetica più caratteristica in queste ultime tracce?

Drone San: “Probabilmente ciò deriva dal fatto che, nei nostri ascolti possiamo passare, senza soluzione di continuità, da Aphex Twin a Coltrane, virando subito dopo sui Carcass. Questa nostra eterogeneità negli ascolti sicuramente porta a diversificare le composizioni che poi vengono pur sempre filtrate dalle nostre personalità e fa scaturire, inevitabilmente, una nostra poetica.”

Il sound di Drone San naviga tra più mondi, ma è anche un’occasione di manifestare un suono non solo internazionale, con un retaggio nel prog italiano, nella library e nella soundtrack. Un immaginario sonoro che potrebbe fare da sfondo ad un film di genere (in particolar modo fantascientifici) degli anni ’70/’80, e che è nel segno di un binomio umano/non-umano, in cui il primo guarda ad una parte di un fervido passato, e la seconda è rivolta al futuro. Vi chiedo quali sono state le effettive influenze o punti di riferimento tra suoni, film o altro.

Andrea Sanna: “Sono cresciuto ascoltando i vinili della collezione di mio padre: Pink Floyd, Gentle Giant, Area, ma anche molto blues e hard rock e successivamente mi sono appassionato al Jazz e alla musica elettronica. Tra i miei film preferiti ci sono Alien, 2001 Odissea nello Spazio ma anche Ritorno al Futuro. Questi artisti e titoli sono sicuramente parte della mia formazione e quindi, di conseguenza e inevitabilmente, anche delle composizioni del disco.”

Nicola Pedroni: “Sono certo che film che ho visto superino di gran lunga i (parecchi) dischi che ho ascoltato dall’inizio alla fine. Sono sempre stato appassionato di cinema, ma non per forza d’autore, guardo tutto ma non mi piace tutto. Lavorando, soprattutto in teatro ma anche con illustratori, videomaker, danzatori, performer e artisti visivi in generale, come compositore/performer di colonne sonore direi che sì, una parte importante della mia vita ha tutt’ora a che fare con il rapporto tra suono e immagine/gesto/segno e ciò, dato che anche Andrea è un cinefilo abbastanza spinto, era inevitabile che queste influenze venissero fuori.”

Parliamo del progetto relativo al silent book realizzato dall’artista grafica Yoshi Mari. Il racconto, tra il tema cosmico e in parte quello ecologico, gioca con il dualismo utopico/distopico, evocato in un’unica istanza attraverso la sua struttura a nastro di Moebius, quasi in stile “viciano”. Come nasce il progetto del libro e i temi che lo accompagnano?

Nicola Pedroni: “Questa è semplice: un giorno, mentre buttavamo giù le basi di Drone San, ho visto questa illustrazione di Yoshi: 

Tavola di Yoshi Mari per la graphic novel di Drone San

e immediatamente ho telefonato ad Andrea – sì, ancora usiamo il telefono – dicendogli – guarda un po’ l’illustrazione che ti ho mandato via mail e dimmi se quella cosa non è Drone San! -. Il fatto che siamo qui a parlarne ti farà intuire com’è proseguita la telefonata.”

In conclusione, quali saranno le prossime novità da parte dei Drone San, a livello di scrittura, pubblicazione e attività dal vivo, oltre l’uscita fisica del vostro disco omonimo e per l’appunto quella del silent book?

Drone San: “Abbiamo un hard disk pieno di nuove idee e brani ma non stiamo ancora lavorando seriamente al secondo disco: è stato bellissimo realizzare Drone San, ma dopo i due anni passati la priorità numero uno è suonare. Abbiamo introdotto un terzo musicista nel progetto – Davide è il suo nome e la chitarra il suo strumento – e stiamo organizzando un tour che partirà dopo l’estate. Per quanto riguarda il silent book stiamo lavorando a una formula dal basso che ci consenta di reggere la botta – è molto complesso far uscire un vinile con un libro dentro – e avrete nostre notizie ben presto.”

Video:

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