Kafka nucleare

Metti di svegliarti una mattina infermo nel tuo letto, un insetto catafratto ti cammina addosso, orribile e ripugnante nella sua innocenza. Dalla finestra vedi i tizzoni ardenti di un mondo appena bruciato, braci di epoche passate e miracoli della natura, cenere di religioni e culture, devastazioni di megalopoli iper-produttive e monumenti millenari. Il delirio per le strade, uno stormo di missili oscura il cielo, i boati, i suicidi di massa, la pelle delle persone si scioglie come ghiaccio al sole, guaiti di bestie che disperate si staccano lembi di carne a morsi.

Squadra Delta
16 gennaio del secondo anno, ore 23:00, rapporto 3\6  missione “Purify”Ci siamo accampati per la notte tra i resti della National Bank, i dati dosimetrici e i rilevatori nucleari ci permettono di toglierci per qualche ora le maschere e i respiratori, il vento a favore durerà ancora un po’. Due uomini sono caduti durante la pulizia dei grandi magazzini, mutazioni di tipo Ay3 erano presenti in greggi di medie dimensioni. Hamid, veterano con medaglia d’onore, al mio fianco dal giorno del disastro, e Mirko, ragazzotto con la tenacia di un guerriero, in missione per vendicare la sua famiglia; gli Ay3 non fanno distinzione tra un soldato addestrato e un ragazzo delle superiori che impugna per la prima volta un lanciafiamme. La loro parte umana sembra ormai totalmente compromessa.
Dopo ventisei ore e quattordici minuti di rastrellamento abbiamo conquistato l’edificio, adesso avremo cibo per un bel po’. Le trappole al C4 sono state piazzate, le mine all’acido solforico le abbiamo perse col cadavere di Hamid, divorato con tutto l’equipaggiamento. Che la terra ti sia lieve.Metti di svegliarti una mattina e l’aria è incandescente, l’acqua dei laghi ribolle e gorgoglia, le valli sbrilluccicano di fiamme azzurrognole da prodotti chimici in eterna combustione e una cacofonia strozzata di animali condannati rimbomba negli spazi aperti della prateria sottostante. I crateri ancora fumanti di pietra fusa con i pochi alberi sopravvissuti appaiono come gole dentate che rigurgitano gas mefitici, varchi dimensionali comunicanti con un inferno atomico dal quale nessun essere vivente può salvarsi; un deserto di morte bagnato da pioggia radioattiva che solleva una polvere cancerogena e oltre a essa, all’orizzonte, una nebbia pestilenziale nasconde l’aurora nucleare che ormai scandisce il giorno e la notte di questo pianeta morto.

Squadra Delta
17 Gennaio del secondo anno, ore 16:35, rapporto 4\6  missione “Purify”

Ci stiamo avvicinando all’epicentro, l’aria si fa sempre più pesante, i cadaveri per le strade sfrigolano come pollo fritto. Se non avessimo le tute di seconda generazione probabilmente staremo già iniziando a spellarci e a sanguinare da tutti gli orifizi; posso solo immaginare cosa abbiano patito quelli che non si sono mutati.
Stamattina, mentre attraversavamo Garden Park, Erik ne ha trovato uno che respirava ancora. Sembrava essersi mutato solo parzialmente, un grosso scarafaggio zannuto con ancora dei tratti umani. Alle richieste gorgoglianti di porre fine alla sua vita Erik non ci ha pensato un secondo e gli ha piantato un calibro 5.46 in mezzo agli occhi; la testa è esplosa in una poltiglia giallastra e densa, ma il corpo ha continuato a contorcersi per circa due minuti come fanno le code delle lucertole quando vengono tagliate, per poi spegnersi definitivamente. 
Il cielo fosforescente sta per vomitare pioggia acida, dobbiamo trovare un riparo e sperare che smetta presto di piovere, per poter concludere la missione e uscire da questo girone radioattivo. Le mura di un hotel ancora intatto; penso che ci accamperemo lì.
L’ospedale sembra ancora così lontano.

 

Metti di svegliarti una mattina, all’inferno.

 

Squadra Beta
5 gennaio del secondo anno, ore 20.08, rapporto 2\6 missione “Lazarus”

Ci hanno accerchiato, ormai l’ottanta percento della squadra è caduta, l’altro venti per cento è mutilata o gravemente ferita. I sopravvissuti che avevamo salvato sono stati i primi a essere… non mi viene in mente nessun termine se non “maciullati”. Ci siamo barricati nella cella frigo del ristorante di questa merda di hotel; ovviamente è spenta, anche il circuito elettrico d’emergenza ha smesso di funzionare, ma il cibo che era rimasto puzza come una montagna di cadaveri.  Dall’oblò della cella li vedo, mutazioni di tipo Bx2 e B3gamma, ibridi teriomorfi e antro-nuclearizzati, blattoidei della peggior specie; ci stanno cercando, presto capiranno che siamo chiusi qua dentro, poi saremo spacciati.
 Dio mio… non riusciremo ad arrivare all’ospedale, posso considerare la missione fallita.

 

Conosci quella storia che si racconta sulle guerre del futuro, sì, quella diceria che sostiene che solo gli scarafaggi sopravviverebbero a un olocausto nucleare? Metti che sia vero, e che a causa delle radiazioni il genoma dell’insetto possa mischiarsi con quello di un essere umano, fondendosi in un unico essere immune alle radiazioni, capace di sopravvivere per mesi senza cibo né acqua, ma con i pensieri retorici e complessi di un essere umano. Metti di svegliarti una mattina e che una guerra nucleare sia solo il minore dei problemi, perché allo specchio vedi una figura non più umana, due grosse antenne e una piccola bocca sbavante si muovono convulse, mentre due grossi occhi rossi occupano due terzi della tua faccia.

Squadra Beta
5 gennaio del secondo anno, ore 22.48, aggiornamento rapporto 2\6 missione “Lazarus”

Mio Dio… non è possibile… sono riusciti a riattivare la corrente d’emergenza… e a riaccendere la cella frigo! Vogliono stanarci!

 

Metti di trovarti letteralmente incollato al tuo letto, uno strato di grafite al posto delle gambe, atomi fusi a formare una scultura grottesca partorita dalla mente di un artista degenerato e demente, la depravazione di una Madre Natura tossica e alcoolizzata, l’aborto vomitato dall’evoluzione e dalla storia dell’umanità. L’apoteosi della nefandezza e dell’obbrobrio. Metti di guardarti allo specchio e non riconoscerti, bolle di bava acida fuoriescono da una bocca piccola e aliena.

Squadra Delta
 17 Gennaio, ore 20.26, aggiornamenti sul rapporto 4\6 missione “Purify”

Abbiamo trovato la squadra Beta, dispersa da quasi due settimane, rinchiusa nella cella frigo della cucina dell’hotel “Florida”. Cazzo… molti sono mutilati, arti e interiora si confondono con la carne di manzo e di maiale; alcuni corpi sembrano come… masticati, digeriti, sciolti da qualche tipo di acido. Il resto della squadra è morto congelato; statue grottesche in posizione fetale sono sparse un po’ ovunque, alcuni hanno provato a scaldarsi con le interiora dei compagni. Cristo…
 Secondo il penultimo rapporto salvato dal Registratore Neurale del capitano Markus si erano nascosti qui perché braccati da un gregge di Bx2 e B3gamma; spero non siano ancora nei paraggi, i miei uomini sono esausti. Cercherò di recuperare l’ultima registrazione neurale, probabilmente dovrò collegare il mio registratore al sistema nervoso centrale del capitano Markus; non sarà un lavoro pulito ma spero di trovare informazioni più dettagliate sull’ubicazione dei Bx2 e B3gamma.
Nel frattempo la squadra si accampa per la notte, domani raggiungeremo l’ospedale.

 

Metti tutto questo…

 

Squadra Beta
 6 gennaio del secondo anno, ore 11:24, aggiornamento rapporto 2\6 missione “Lazarus”

Ormai sono più di quindici ore… che siamo chiusi qua dentro. Credo… che siano tutti morti, non riesco a muovermi per andare a controllare. Li ho visti… muovere l’ultimo spasmo… li ho visti fare cose… indicibili… per sopravvivere. Le mutazioni sono ancora qui fuori… potrebbero rimanere in attesa per giorni.
 Quelle… antenne…. e quegli occhi… saranno gli ultimi che vedrò… nella vita. Questa cosa mi fa… un po’… girare le… palle…
…bruciate il nido… bruciate… l’ospedale… ASSENZA SEGNALE

 

Non sai quante volte la mia parte umana ci ha provato. Il gemello normalmente formato, la perfezione dell’evoluzione cromosomica, l’omozigote più forte vorrebbe tutti i giorni farla finita; il problema è la mia parte blattoidea, il gemello deforme pronto a fagocitarmi, questo lato blasfemo corrotto e corruttore di me continua a tenermi in vita, col suo metabolismo da insetto e l’istinto di sopravvivenza proprio delle bestie.
Le sue secrezioni attirano quella poca fauna che è sopravvissuta e anche se mutata o radioattiva la imprigiona e la smaltisce con la saliva, dopodiché ingurgita questo bolo di bava e proteine già digerite. Quando non riesce ad acchiappare niente inizia a vomitare bava sulle zampe, sulle ali, nei punti non vitali, e comincia letteralmente a divorarsi; mi costringe a mangiarmi, e così riesce a tenermi in vita, ormai non so nemmeno più da quanto. Questa condizione è peggio di qualsiasi inferno di qualsiasi religione, anche della più merdosa dell’universo; è peggio di qualsiasi coma o malattia o carcerazione o tortura o inquisizione o stupro o carestia o morte violenta o disgrazia o dolore ai denti sia mai capitato a un essere vivente durante tutta la storia dell’umanità. Il suicidio l’unica possibilità di salvezza.

Squadra Delta
 18 gennaio del secondo anno, ore 7:16 rapporto 5\6 missione “Purify”

Dall’ultima registrazione neurale del capitano Markus deduco che le mutazioni si siano dileguate qualche ora dopo la sua morte, come se sapessero che non era rimasto più nessuno in vita oltre la porta della cella frigo. Che abbiano aspettato intenzionalmente? Che stiano sviluppando una sorta di coscienza o di intelletto? E soprattutto, sono davvero riusciti a riaccendere la cella frigo? Domande alle quali risponderemo solo al nostro ritorno, se mai riusciremo a tornare.
Ci rimettiamo in cammino verso l’ospedale, il GPS indica due chilometri in linea d’aria. I ragazzi sono ancora esausti, l’attrezzatura per la sterilizzazione pesa decine di chilogrammi e le maschere non ci lasciano respirare. L’aria è elettrica, le riserve d’acqua sono agli sgoccioli; se riuscissimo a nasconderci durante il tragitto risparmieremmo energia e GPL per i lanciafiamme, dopodiché ci mancherà solo l’ultimo grosso nido della città: l’ospedale.

Ormai sono due giorni che abbiamo perso il contatto radio con la base, spero solo che l’elicottero si faccia trovare puntuale sul tetto.Prova a trattenere il respiro per suicidarti; non ci riuscirai mai, l’istinto di sopravvivenza vincerà sempre. Prova a morderti la lingua sperando di soffocare nel tuo sangue. Prova a iperventilarti, a stringere i denti per spaccarteli come succede nei sogni, a chiudere gli occhi stretti stretti per farli esplodere. Non ci riuscirai mai.

Squadra Delta
 18 gennaio del secondo anno, ore 12:06, rapporto 6/6 missione “Purify”

Abbiamo un contatto visivo con l’elicottero, sta atterrando sul tetto proprio in questo momento. Secondo il protocollo di sicurezza per le missioni ad alto rischio abbiamo un’ora per sterilizzare l’ospedale e arrivare al punto d’incontro, prima che riparta e ci lasci qui. I lanciafiamme sono carichi, i ragazzi pure, a momenti faremo irruzione.
Nel caso non riuscissi ad arrivare all’elicottero chiedo a chi troverà questa registrazione neurale di dire alla mia famiglia che li ho pensati fino all’ultimo secondo.

Senti questi passi? Qualcuno è ancora vivo. Qualcuno in grado di muoversi, qualcuno di umano; probabilmente stanno cercando sopravvissuti, stanno ispezionando gli appartamenti, le case, gli ospedali. Dunque c’è ancora una possibilità di salvezza per questo mondo deturpato? Là, oltre l’orizzonte nucleare, oltre il deserto di polvere cancerogena, esisterà ancora un’oasi con il cielo ancora azzurro, un paradiso artificiale che possa accogliere l’umanità sopravvissuta?

Squadra Delta
18 gennaio del secondo anno, ore 12:38, aggiornamento rapporto 6/6 missione “Purify”

Manca solo mezz’ora, siamo ancora al secondo piano, altri due uomini sono caduti. I nidi sono più numerosi di quanto pensassi, ammassi brulicanti di larve e uova radioattive, il ronzio che rimbomba nei corridoi è insopportabile. Alcune larve sono già mutate, ai piani superiori ci saranno i mezzi umanoidi, i primi esseri mutati dopo l’olocausto. I più pericolosi. Non so se riusciremo a fare in tempo, stanza dopo stanza, corridoio dopo corridoio, il tempo passa inesorabile. Vi prego, ditegli che li amo… diteglielo.

I passi si fanno sempre più vicini, qualcuno è fuori dalla mia stanza. Delle voci:
     – Stanza 36, pronti a fare irruzione! –
     – Roger! –

 

Metti di svegliarti una mattina all’inferno, una guerra nucleare è appena scoppiata e per colpa del vento radioattivo ti fondi con un immondo insetto che ti stava camminando addosso. Metti di stare mesi in questa condizione, mangiando poltiglia di insetti e pezzi del tuo corpo. Metti che dopo più di un anno alcune persone riescono a trovarti, ma in mano stringono dei lanciafiamme, indossano delle tute schermate anti-radiazioni, e l’unica cosa che gli senti pronunciare è:
     – Capo, ne ho trovato un altro! Sembra… un mezzo umanoide! –
    – Attenersi al protocollo, scovare e sterilizzare! –
Metti di svegliarti una mattina all’inferno, e l’unica tua speranza è bruciare in pochi secondi.

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