Nuova Sodoma di Caleb Battiago

Nuova Sodoma di Caleb Battiago

La Resurrezione del Re Osceno

La scrittura di Caleb Battiago è una bomba ibrida.

Mescola arditamente cyberpunk, horror estremo, distopia, sesso, De Sade, Cronenberg e impressionismo, circumnaviga i generi, vi ci si getta a capofitto, impasta un immaginario cupo e raffinato, straborda dal già visto, crea ellissi immaginifiche. Colto e irriverente, dallo stile poetico, visionario come pochi.

Percula, lo irride e lo innalza, il romanzo, creando una prosa antologica del suo immaginario in continua evoluzione, mina il comune senso del pudore, se ne fotte. Stilisticamente ineccepibile, dalla sua cifra stilistica si evince l’ammasso di cultura letteraria che ha fagocitato negli anni. Cultura underground e classica, di genere e no. Lo capiamo già dall’epigrafe a inizio volume, la citazione di Miller, l’Henry, non il maritino della Monroe, ma l’abilissimo viveur pornometafisico Miller che così enuncia:

“Amo tutto ciò che scorre: la violenza dei profeti, l’oscenità che è estasi, le parole sozze della puttana, lo sputo portato via nella fogna, il latte della mammella e l’amaro miele che si riversa dall’utero, tutto ciò che è fluido, fuso, dissoluto e dissolvente.”

Nuova Sodoma non è un libro per tutti, è un libro per chi crede nella mescolanza delle fantasie, nella crepitante voglia di immaginare mondi, per chi crede che gli autori debbano giustamente arrogarsi l’urgenza di scrivere, e scrivere qualcosa che trafori l’immaginario consueto, regalando nuova linfa alla scrittura, alla fantasia. Così fa Battiago (l’alter-ego di Alessandro Manzetti) regalandoci questo visionario e originalissimo contesto dark cibernetico, ipersessuale e metamorfico.

L’iniziale montaggio parallelo del libro ci porta in due nicchie temporali diverse. Da una parte il 2 dicembre del 1814, giorno esatto della morte del Divin Marchese De Sade. Dall’altra il mese di dicembre 11 P.U.( post-Uxor), nuova datazione di questo mondo distopico narakiano ,futuro concepito dall’autore e portato avanti in suoi diversi racconti e romanzi (vedasi Naraka o I figli di Uxor 77) catalogabile attorno al 2114. Da una parte Charenton, nel manicomio dove De Sade ha visto la sua dipartita, dall’altra Parigi. Da una parte la Francia della restaurazione di inizio secolo decimottavo, dall’altra quella del mondo perverso e distopico di cui Battiago ci illustra doviziosamente le storture, le aberrazioni, l’eclatante mise da puttana radioattiva e famelica di una città (un po’ bladerunneriana, un po’ à la Brazil, un po’ con quell’accezione spregiudicata e cannibalesca dei film di Rob Zombie e con la violenza smaliziata alla Tarantino) disincantata e crudele, ipertecnologica ma ultracorporea, depravata e sanguigna.

“Dopo lo schianto di Uxor77, è cambiato tutto: Quello che nasce dalla pelle radioattiva della Terra fottuta è veleno, peggio della Bibbia e dei missili biologici ipersonici. Niente più proteine animali, si è aperto il recinto del cannibalismo, e le bocche da saziare sono tante”.

Ma il libro si dispiega completamente, poi, in questa seconda Parigi, quella distopica: il post-negromante Manfredi (che mi ricorda, per ovvia concordanza di nome e non solo, sia la Tipografia Manfredi, il cui libro di De Sade “Storielle, racconti e raccontini” è da considerarsi l’ultimo libro messo pubblicamente al rogo, nel cortile della Questura, a Varese, nel 1961, sia il dantesco Manfredi di Svezia, relegato al Purgatorio della Divina Commedia) ossessionato dal ricreare completamente e così comprendere il romanzo perduto “Les Journées de Florbelle ou la nature dévoilée”, fa risorgere, grazie a un sistema di clonazione accelerata, nientemeno che l’autore: De Sade, Il Re Osceno.

In questo mondo devastato e cannibale la depravazione e il radicalismo prendono pieghe alla seconda potenza. Tutto è eccesso, tutto è contemplato e contemplabile. Ci sono cellule di estremisti post-cristiani come le Giovanniste, violentissime e rancorose amazzoni post-nucleari che rifacendosi a un neo-credo basato su un Cristo laserizzato e una Giovanna D’Arco trasfigurata attentano allo status-quo anarco-pagano.

“Milioni di morti nell’area di Impianto1, geografie rivoluzionate, le megalopoli e i fortini blasfemi di un medioevo elettronico, il tuffo alieno, incandescente, e lo tsunami bastardo, le baraccopoli e le picchiate di sparvieri d’acciaio con vaccini negli artigli, i container galleggianti e le duecento nuove Venezie al curaro con fogne a cielo aperto, un buco nel ventre dell’oceano, un cratere largo tre chilometri diventato altare eretico, una Stonehenge monodimensionale dalle crepe luminescenti che attira millenaristi subacquei e predicatori dell’apocalisse armati di machete.”

Ma a Paris Sud 5, l’Hyper-Bronx di Parigi in cui perlopiù si raccontano le gesta dei protagonisti, verminano altri oscuri personaggi, tipi abbietti tra Cabal e Beksiński, esecrande entità che gozzovigliano in zone-bordello (città della notte rossa e Terre Occidentali di un Burroughs sadico e ormonizzato), tenebrosi figuri dediti al pasteggio di corpi impiattati con scannatori laser e divaricatori aracnofobi per penetrazioni en passant, golem del sesso, neo-chirurghi di efferate pratiche di innesti indicibili e altro, altro ancora.

La carne, in Nuova Sodoma, è la protagonista. La si mangia o la si fotte.

Illustrazione interna di Stefano Cardoselli.

 “…la carne umana va trattata e usata per quello che è: una mappa di languidi orifizi, qualcosa da rosolare in padella, o tutte e due le cose, nel giusto ordine.”

Insomma, un libro dai succhi mefistofelici carno-cyberpunk che si miscelano, come un buon assenzio rimbaudiano, con violenza eros/sicchiante di un De Sade all’ennesima potenza e un’ambientazione dark estrema unica, marchio di fabbrica del bicefalo Battiago/Manzetti. Non solo, la prova di Battiago in questo libro è sontuosa anche perché ci crea, con tutti gli stilemi dell’epoca, estratti di una versione di questo libro perduto di De Sade. Dunque la narrativa dentro la narrativa. Un narrativa al cubo.

Il libro, pubblicato nel 2019 da Independent Legions Publishing (fornace libresca dello stesso Manzetti – Deus ex-machina) è impreziosito dal disegno di copertina di Adrian Borda e dalle illustrazioni interne di Stefano Cardoselli.

Lo potete trovare sul sito della casa editrice o su Amazon.

Sempre di Independent Legions Publishing abbiamo recensito Header e Header 2.

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